Don Oreste Benzi

La storia di Condivisione fra i popoli e ancor prima quella dell'Associazione Papa Giovanni XXIII (APG23) è inevitabilmente intrecciata alla storia del suo fondatore don Oreste Benzi
Settimo di 9 fratelli, Oreste nasce il 7 settembre 1925 sulle colline riminesi da una povera famiglia operaia. Ordinato sacerdote nel 1949 da subito si occupa di giovani. 
Alla fine degli anni ’50, mosso dal suo spirito innovatore, lancia una proposta rivoluzionaria per l’epoca: portare in vacanza anche i ragazzi disabili, fino ad allora “chiusi” in casa o negli istituti.
Nel 1958 - forte di una lettera di presentazione del concittadino Federico Fellini - parte per gli Stati Uniti per raccogliere fondi necessari alla costruzione sulle Dolomiti di una casa-vacanza aperta anche ai giovani meno fortunati. Da questi incontri con persone emarginate e grazie alla disponibilità totale di alcuni giovani volontari, don Oreste fonda nel 1971 l’Associazione per la formazione religiosa degli adolescenti “Papa Giovanni XXIII”, quella che è oggi l’APG23, di cui è stato responsabile generale fino al 2 novembre 2007, giorno della sua scomparsa.
Nel 2014 è stata avviata la causa di beatificazione.

La cellula-madre dell’APG23 è la Casa Famiglia, un nucleo famigliare costituito da una coppia di volontari che accoglie disabili, bambini abbandonati, individui emarginati o socialmente disagiati e li rende membri autentici della famiglia. La prima fu aperta nel 1973 a Rimini, "per dare – come diceva don Oreste - una famiglia a chi non ce l’ha": dapprima bambini e persone con handicap poi, negli anni, anche anziani soli, ex tossicodipendenti, immigrati in difficoltà e ragazze sottratte al racket. 
Negli ultimi suoi anni di vita infatti, non era raro incontrare don Oreste a notte fonda sulle strade della prostituzione a offrire un’alternativa piena di dignità a queste ragazze gettate sul marciapiede con la violenza e col ricatto. All’epoca la tenacia con cui combatteva questa battaglia e l'audacia della sua azione che si opponeva agli interessi della malavita organizzata lo posero all'attenzione dell'opinione pubblica non solo nazionale. I principali rotocalchi di informazione televisiva lo ospitavano con regolarità attirati dalla figura di questo piccolo ma coraggioso sacerdote di provincia e lui utilizzava questa fama improvvisa come cassa di risonanza per dare notorietà alle sue battaglie e per sensibilizzare le autorità e la società italiana, talvolta indifferenti e impreparate a fronteggiare questo scottante problema.
Don Oreste ha cambiato il destino di molte persone: con la semplicità di un bambino che - son parole sue - prima fa le cose e poi le pensa. E infatti riusciva in imprese ritenute dai più irrealizzabili. Ovunque vedesse in pericolo la dignità e i diritti umani il “don” era lì ad offrire conforto, speranza e soluzioni. Di fronte all’orrore della guerra, chiese a tanti giovani di condividere la vita con le popolazioni oppresse, assieme agli ultimi tra gli ultimi.

Il 24 maggio 1986 inaugura a Ndola in Zambia la Holy family home for children ovvero la prima Casa Famiglia all’estero. Da allora si moltiplicano i suoi viaggi nei Paesi emergenti, anzi spesso sono i missionari o gli ecclesiastici locali a chiedere l’intervento di don Oreste e dei suoi ragazzi.
Nel 1989 viene costituita Condivisione fra i popoli che 10 anni dopo diventa una ONG riconosciuta dal Ministero degli Affari Esteri.

L’organizzazione umanitaria del visionario sacerdote di frontiera cresce fino a raggiungere le  ragguardevoli cifre di oltre 40mila beneficiati all’anno, assistiti in oltre 500 strutture distribuite in 36 Paesi.
Per ora...