Burundi

DAGLI ESORDI A OGGI 

Condivisione è in Burundi dal 2012, con una Casa di Accoglienza a Bujumbura, la capitale.

La struttura è gestita da Digne e Don Pascal, due membri burundesi di APG23 che, dopo un periodo di formazione e di condivisione diretta con i poveri in Italia, hanno scelto di tornare nel paese d’origine per mettersi al servizio dei connazionali più disagiati.

Nel 2021, abbiamo dato vita a una seconda Casa di Accoglienza nel villaggio di Bukeye, una realtà molto più tranquilla in cui però sono comunque presenti gravi situazioni di povertà.

PERSONE NON NUMERI - Condivisione in Burundi sostiene circa 250 persone.

I NOSTRI CENTRI
2 Case di Accoglienza per bambini vulnerabili e ad alto rischio sociale

I NOSTRI PROGETTI

INSIEME AI PIGMEI DI GITARAMUKA

I pigmei del Burundi, come avrebbe detto don Oreste, sono "gli ultimi tra gli ultimi". 
Noi ne conosciamo circa 250 che abitano nel villaggio-ghetto di Gitaramuka, nel nord del paese. Vivono in capanne di fango e rami, trattati come animali dalla gente dei villaggi adiacenti o di altre etnie che negano loro diritti e rispetto.
In questo contesto, abbiamo notato però che i loro cuori sono colmi di dignità e bellezza, soprattutto quelli dei bambini.

Questo popolo non ha terra o qualcosa da coltivare e, per questo, ogni mese forniamo loro del sostegno alimentare.
Gli abbiamo procurato anche delle tessere sanitarie, per garantirgli accesso alle cure e fin ora abbiamo iscritto 50 bambini a scuola, sostenendo le spese per la divisa e i materiali scolastici.

Il nostro obiettivo è aiutarli a preservare la loro identità e a rivendicare i loro diritti fondamentali e, in questo percorso, ogni passo è un segnale forte contro le discriminazioni e i pregiudizi che affrontano quotidianamente.

CON I BAMBINI MALNUTRITI DI RUSHUBI

Nel villaggio di Rushubi, abbiamo incontrato 35 mamme con bambini gravemente malnutriti.
Per aiutarle, vorremmo affiancarle nelle pratiche burocratiche necessarie a ottenere la tessera sanitaria, indispensabile per accedere alle cliniche.
Vorremmo inoltre iniziare un percorso di formazione sulle norme igieniche da seguire per evitare infezioni potenzialmente letali.